Venerdì scorso ho partecipato alla 16esima edizione di Torino Comics. Per la prima volta ho assistito alla cerimonia di apertura dove erano presenti l’Editore Vittorio Pavesio (Direttore della fiera) ed i due ospiti internazionali: Scott McCloud e Ryo Kanai.
Come era comprensibile, dopo il benvenuto si è subito parlato del futuro del fumetto, o meglio del futuro del fumetto sul digitale (non ho posto io questa domanda 🙂 ). Mi è piaciuta parecchio la risposta di Scott McCloud che ha detto di amare molto la carta, ma che forse l’ama tanto perché il fumetto viene stampato sulla carta e che se fosse stato realizzato sulla pietra o sul legno, molto probabilmente avrebbe amato altrettanto questi altri due materiali.
Ha proseguito dicendo che non esiste ancora un fumetto digitale perché non ne sono stati ancora realizzati appositamente per supporti digitali e che quelli che esistono attualmente sono stati semplicemente adattati. Ha concluso che è ancora primitivo parlare di fumetto digitale e su questo punto non mi ha trovato per nulla d’accordo.
Putroppo anche il Direttore, nonché Editore Vittorio Pavesio ha esternato che il fumetto digitale è ancora alle battute iniziali è che è troppo presto parlarne. Ha ammesso di non conoscere bene l’argomento e questo, purtroppo non depone certo a suo favore.
Come ha già detto il caro Roberto Recchioni:
questo era un momento d’oro per essere pionieri e godere del privilegio di arrivare per primi in un mercato praticamente vergine. Un momento che gli editori di medio e piccolo livello, specie italiani, avrebbero dovuto sfruttare perché le grandi strutture sono notoriamente più lente ad adeguarsi alle innovazioni.
Peccato esserselo lasciato scappare.
Ormai i nomi grossi si stanno muovendo tutti.
Purtroppo anche un altro grosso editore italiano, un certo Sergio Bonelli, durante l’intervista on line su Booksweb a Cartoomics 2010 ha ammesso di non conoscere troppo l’ambiente internet e di non guardare molto al futuro del fumetto sul digitale. Ha anche detto che, secondo lui, nel prossimo futuro il fumetto sarà un prodotto di nicchia, ricercato e voluto solo da appassionati e collezionisti.
Permettetemi un commento da consumatore di fumetti (ed anche abbastanza vorace): SVEGLIA! Datevi una svegliata miei cari piccoli/medi editori italiani (e non solo). La vostra produzione è indubbiamente di qualità, ma quante storie rimangono nel cassetto? Quanti autori non possono essere prodotti perché non venderebbero tanto quanto basta? (Vedi David Purphy 911, vedi Jhon Doe ) E’ un’occasione imperdibile ed arrivare dopo non significherebbe nulla. Investite sul futuro. Ben inteso, non sto dicendo di abbandonare la carta.
Perdonate la “lieve” divagazione e ritorniamo sulla mostra mercato del fumetto. Quest’anno l’ho trovata decisamente meglio organizzata. Le varie aree erano ben divise da delle specie di pareti. Ok, l’affluenza era moderata visto che era venerdì ma mi è parso seriamente di trovarci più ordine e quindi di riuscire a visitarla meglio.
Appena entrati faceva bella mostra di se lo stand Panini (lo stesso da 5 anni a questa parte) con, indovinate un po’? Parecchia pubblicità su Bakuman (vi agevolo su Flickr il contributo video). Non mancavano altri editori come J-Pop (sempre estremamente preparati e disponibili) e Star Comics (che però ha ritardato parecchio nell’apparecchiare il suo spazio).
Lo stand della Pavesio, come quello della J-Pop sono stati gli unici ad applicarmi uno sconto fiera, mentre Panini e Star Shop no.
Per il resto, ho avuto modo di conoscere Scott McCloud e di porgli una domanda durante la conferenza, oltre che a farmi fare autografo con dedica sul suo libro scritto a fumetti: Capire il fumetto. Poi ho conosciuto Simone Bianchi che ha realizzato (con estrema disponibilità) uno sketch che ritrae Superman (e che ho fatto dedicare al mio piccolo Gabriele). Qui sotto potete ammirare il mio piccolo bottino:
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